domenica 20 febbraio 2011

IL LIBRO DEL MESE

Quattro amici di David Treuba è un racconto "picaresco" di quattro amici che decidono di passare le vacanze estive girovagando per la Spagna assolata a bordo di un furgone malandato che puzza di formaggio. Il fatto è che i quattro non sono dei ragazzini ma hanno quell'età attorno ai 30 anni che dovrebbe rappresentare la maturità (o quasi). La assoluta mancanza di volontà di lasciare la "giovinezza" per passare a quella che dovrebbe essere appunto la "maturità" rappresenta forse la morale del libro, ma anche il disagio di chi non sa bene dove è, dove e come si sta muovendo nel mondo che lo circonda. Ma più che le "morali" demagogiche e generazionali, a me è sembrato collegare una sensazione di non voler abbandonare una fascia di età dove esistono ancora vincoli forti che col passare degli anni sembra vengano indeboliti dalle scelte di vita personali. Mentre leggevo il libro, ebbro di questa sensazione, mi tornava in mente una frase di Fabrizio Bentivoglio nel film Marrakech Express (film per me "generazionale") quando ricorda che loro sono gli ultimi rappresentanti di una generazione (cito: ... quelli con le foto in bianco e nero...): ecco, questa sensazione di essere sul punto di perdere qualcosa (e non volerlo perdere) è quello che probabilmente mi è rimasto più impresso (forse anche perché io stesso non voglio perdere quello in cui ancora credo e che mi fa battere il cuore...). La dolce ironia che traspare nelle pagine, nelle situazioni, nei dialoghi tra i quattro "moschettieri" fa sì che il plot narrativo sia godibilissimo. A me è piaciuto e lo consiglio senza meno! E poi il libro ha un incipit spettacolare: "Ho sempre avuto il sospetto che l'amicizia venga sopravvalutata. Come gli studi universitari, la morte o avere il cazzo lungo. Noi esseri umani esaltiamo i luoghi comuni per sfuggire alla scarsa originalità della nostra vita. Ecco perché l'amicizia viene rappresentata con patti di sangue, lealtà eterne, e addirittura mitizzata come una variante dell'amore, più profonda del banale affetto di coppia. Eppure non deve essere un vincolo tanto solido se l'elenco degli amici perduti è sempre più lungo di quelli conservati."